domenica 11 novembre 2018

Giovanni Ibello

I

Quando con la mano
cercherò le gore scavate dal tuo pianto
la fiamma sarà il silenzio di una cattedrale

II

Siamo il non voluto.
Simano l'involuto.
Il dolore che si addomestica,
il sogno eretico di un'ordalia.

III

"Le nostre voci sono l'aria che manca
ma so che non avrai paura".


Giovanni Ibello è nato a Napoli l'8 febbraio 1989. Laureato in giurisprudenza alla Federico II, lavora presso uno studio legale e si occupa di diritto civile. Da gennaio 2012 è iscritto all'ordine dei giornalisti della Campania e scrive di calcio. "Turbative siderali" è la sua prima raccolta.
I

Cuando con la mano
busque los charcos cavados por tu llanto
la llama será el silencio de una catedral

II

Somos lo que no es querido.
Somos lo que es retorcido.
El dolor domesticado,
el sueño herético de una ordalía.

III

“Nuestras voces son el aire que falta
pero sé que no tendrás miedo”.



Giovanni Ibello nació en en Nápoles el 8 de febrero de 1989. Licenciado en Jurisprudencia en la Universidad Federico II, trabaja en un bufete de abogados ocupándose de derecho civil. Desde enero de 2012 es un periodista acreditado de Campania y escribe artículos sobre el fútbol. "Turbative siderali" es su primer libro de poemas. .


giovedì 6 aprile 2017

Barbara Bracci

Sesso

E' maschio il cielo
Femmina il terreno
Allora perché
mi chiedo
Ha forma di donna
la serratura dell'infinito?
E' uomo
la chiave del quesito

*

Le onde mi corrono incontro,
ma si rompono prima.
Come un desiderio che sa
qual è l’attimo buono
per spezzare il gioco,
e rovesciare l’acqua in fuoco.

*

Tra chi va e chi viene,
tra chi nasce e chi muore,
c’è qualcosa che non si muove,
nonostante il nome:
il Grande Carro.
Dal mio balcone, a destra, lassù.
Sopra il melo che c’è ancora
e la vite che non c’è più.



Barbara Bracci è nata in Umbria, un giorno, a primavera. Ha pubblicato le raccolte Libra e Avena (quest’ultima scritta insieme a Costanza Lindi). Da tre anni è coordinatrice artistica degli eventi di poesia organizzati in Umbria dall’associazione “Casapoesia” e fa parte del “Gruppo Letterario Women@Work”. Ha collaborato a progetti poetico-letterari come il sito “Vir-Us”, “La Biblioteca d’Oro”, “Collettivo Idra”, “Il Biblioteradio”. Ha curato, per il portale Umbriatouring, la rubrica “I luoghi della poesia”. Il suo blog personale, il Poesiabar, è un caffè virtuale dove si parla di poesia.
Sexo

Es varón el cielo
Hembra el suelo
Entonces por qué
me pregunto
Tiene conformación de mujer
la cerradura del infinito?
Es hombre
la llave de la cuestión.

*

Las olas corren hacía mí,
pero se rompen antes
como un deseo que sabe
cuál es el buen momento
para quebrar el juego.
y derramar el agua en fuego.

*

Entre quién se va y quién viene,
entre quién nace y quién se muere,
hay algo que no se mueve,
a pesar del nombre:
la Osa Mayor.
Desde mi balcón, a la derecha, allá,
arriba del manzano que existe todavía ,
y la vid que ya no está.



Barbara Bracci nació en Umbría, en un día de primavera. Ha publicado los libros de poemas Libra y Avena (esta última escrita con Costanza Lindi). Desde hace tres años es coordinadora artística de los eventos poéticos organizados en Umbría por la asociación “Casapoesia” y es parte del Grupo Literario Women@Work. Ha trabajado en proyectos poético-literarios como “Vir-Us”, “La Biblioteca d'Oro”, “Collettivo Idra”, “Il Biblioteradio”. Se ha ocupado, por el portal web Umbriatouring, de la columna “Los lugares de la poesía”. Su blog personal, Poesiabar, es una cafetería virtual donde se habla de poesía.


sabato 1 aprile 2017

Eduardo Fariña Poveda



LOS AMANTES POSTMODERNOS

II

Difícil ser hombre en el siglo XXI. No ser agresivo, no ser homofóbico o no ser
heterofóbico, ser teórico y comprometido, diletante, sexy y, además

cocinar de putamadre. Difícil limpiarse del pasado machista, ser auténtico.
Difícil es ser alguien, difícil es escribir un poema, imposible es dejar de comunicar

algo porque sumergidos en la atmósfera de la vida todo es riesgo, aventura
del futuro es que cada acto exija una respuesta de cualquier individuo y

no ser solo mímesis ser lento parpadeo que ondula: ser misterio
ser objeto de estudio, no llamar poema a escribir lo que me sucede

en un papel sino hacer que el lector oyente que lea en deleite se convierta en un
amante postmoderno cuando en dosis de miel, damos sentido, concepto y ebriedad.

y no hay problema que lector deteste el término postmodernidad como
el lector siglo XIX detestaba el término Barroco antes de Wölfflin.

Porque los amantes postmodernos van armados de sus respectivas
preceptivas de romance aunque sepan que no hay tormenta sin aguacero.

III

Él y ella se desconocen lo suficiente, tanto en forma y contenido
Como para ver en el otro un crucero ebrio en puerto abstemio.

Desean coincidir, cuando bajen el valor de los billetes de los vuelos
Desean volver a conocerse porque ellos son los amantes postmodernos.

Furiosos por duplicar sus desplazamientos, hijos mimados de la democracia
La sociedad del bienestar los hizo bellos, guapos, cultos mas inofensivos.

Sin la clarividencia de Ovidio, Dante, Shakespeare y Baudelaire el blasfemo
Desde este presente con ordenador portátil digo: El amor es Barroco and roll.

De cama en cama blindan sus emociones. Y nunca han sido
el camino, sino más bien una recta paralela junto a otras ellas y otros ellos, caminando.

Desde su otredad: Ella y él pendulan sobre la incertidumbre
Como si ella le contara a él un secreto en una lengua que no conoce.

Nada es estático y todo gira en torno al instante, el presente.
Pero ellos se muerden el cuello, son los amantes postmodernos.



Eduardo Fariña Poveda nació en Santiago de Chile en 1982. Reside en Zaragoza, España, desde 2004. Graduado en Periodismo en la Universidad de Zaragoza. Poeta, crítico literario y periodista, ha colaborado en importantes revistas de España, Chile y América Latina Actualmente es Presidente de la Asociación cultural de la Universidad de Zaragoza Degoyarte.
GLI AMANTI POSTMODERNI

II

Difficile essere uomo nel XXI secolo. Non essere aggressivo, non essere omofobo o non essere
eterofobo, essere teorico e compromesso, dilettante, sexy e inoltre

cucinare da dio. Difficile ripulirsi del passato maschilista, essere autentico.
Difficile è essere qualcuno, difficile è scrivere una poesia, impossibile è smettere di comunicare

qualcosa perché sommersi nell'atmosfera della vita tutto è rischio, avventura
del futuro è che ogni atto esiga una risposta di qualunque individuo e

non essere solo mimesi essere lento lampeggiare che ondeggia: essere mistero,
essere oggetto di studio, non chiamare poesia lo scrivere quel che mi succede

in un foglio ma far sì che il lettore udente che legge gioioso si converta in un
amante postmoderno quando in dose di miele diamo senso, concetto e ubriachezza.

E non c'è problema se il lettore detesta il termine postmodernità
come il lettore del XIX secolo detestava il termine Barocco di Wöfflin.

Perché gli amanti postmoderni girano armati delle rispettive
prospettive di romanticismo nonostante sappiano che non c'è tormenta senza acquazzone.

III

Lui e lei si ignorano a sufficienza, nella forma come nel contenuto
tanto da vedere nell'altro una nave da crociera ebbra in un porto astemio.

Desiderano coincidere, quando si abbassi il valore dei biglietti dei voli
desiderano tornare a conoscersi perché loro sono gli amanti postmoderni.

Accaniti nel voler duplicare i loro spostamenti, figli coccolati della democrazia
la società del benestare li fece belli, fighi, colti ma innoffensivi.

Senza la chiaroveggenza di Ovidio, Dante, Shakespeare e Baudelaire il blasfemo
da questo presente con computer portatile dico: l'amore è Barocco e roll.

Di letto in letto blindano le loro emozioni. E non è mai stato
cammino, bensì una retta parallela insieme ad altre lei e ad altri lui, camminando.

Dalla loro alterità: lei e lui oscillano sull'incertezza
come se lei raccontasse a lui un segreto in una lingua che non conosce.

Niente è statico e tutto gira intorno all'istante, il presente.
Ma loro si mordono il collo, sono gli amanti postmoderni.



Eduardo Fariña Poveda è nato a Santiago de Chile nel 1982. Risiede a Saragozza, Spagna, dal 2004. Laureato in Giornalismo presso l'Universtà di Saragozza. Poeta, critico letterario e giornalista, ha collaborato con importanti riviste spagnole, cilene e dell'America Latina. Attualmente è Presidente dell'Associazione culturale dell'Università di Saragozza Desgoyarte.


lunedì 19 dicembre 2016

Marco Aragno

Tieni a mente le notizie sparse
gli avvenimenti minimi
i fatti relegati ai margini del viaggio.
Tieni a mente l’insetto che annega
nella goccia del finestrino
e scivola agli angoli della visuale,
corpo affiorato mentre osservi il paesaggio
avvolto in un giorno di pioggia.

*

Camminiamo su questa piana
spoglia di case e ricordi
vergine di frutti
avvolta dal miracolo del muschio.
Il verde che cresce sotto i piedi
copre ossa, strati fossili
d’altre vite sepolte negli anni
che a volte riemergono come fantasmi
nelle nebbie del mattino
al suono leggero del tuo passo.

*

Non basteranno cancelli o inferriate
o battenti serrati contro la notte.
Occorre ammansire la bestia
che latra nei cortili
cacciarla mentre raschia la porta
prima che guadagni la sponda del letto
azzanni i morbidi fianchi.



Marco Aragno è nato in provincia di Napoli nel 1986. E’ caporedattore del quotidiano on-line ilmeridianonews.it. e collabora con linkiesta.it. Nel 2010 ha pubblicato la sua opera prima, Zugunruhe, Lietocolle. Secondo premio al “Premio Beppe Manfredi – Opera Prima” 2012). Nell’aprile del 2015 ha pubblicato un romanzo, Absolute per la Con-fine edizioni e nello stesso anno è uscito il suo libro di poesie, Terra di mezzo (Raffaelli Editore), da cui sono tratte queste poesie.
Ten en mente las noticias sueltas
los sucesos mínimos
los hechos regalados a los márgenes del viaje.
Ten en mente el insecto que se ahoga
en la gota de la ventanilla
y se desliza a los rincones de la visual,
cuerpo aflorado mientras que observas el paisaje
envuelto en un día de lluvia.

*

Caminamos sobre este plano
desnudo de casas y recuerdos
virgen de frutos
envuelto en el milagro del musgo.
El verde que crece bajo de los pies
cubre huesos, estratos fósiles
de otras vidas enterradas en los años
que a veces resurgen como fantasmas
en las nieblas de la mañana
al sonido ligero de tu paso.

*

No bastarán cancelas o rejas
o batientes cerrados contra la noche.
Es necesario amansar la bestia
que ladra en los patios
echarla mientras que rasca la puerta
antes que gane el lado de la cama
y adentelle los blandos lados.



Marco Aragno nació en la provincia de Nápoles en 1986. Es jefe de redacción del periódico on-line ilmeridianonews.it y colabora con linkiesta.it. En 2010 ha publicado su primera obra, Zugunruhe, con Lietocolle. Segundo puesto en el “Premio Beppe Manfredi – Opera Prima” 2012). En abril de 2015 publicó una novela, Absolute, con la editorial Con-fine y en el mismo año salió su libro de poemas, Terra di mezzo (Raffaelli Editore), del cual proceden estos poemas.